TikTok VS Facebook

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L’anno scorso l’app che permette di condividere video brevi è stata più scaricata di Facebook, Instagram e WhatsApp messi insieme. Vediamo come si difende il leader dei social

Molte aziende si sono messe in competizione con Facebook; qualcuno ce l’ha fatta a stento, altri hanno fallito, come successo a Google. La grande eccezione è TikTok, l’app nella quale gli utenti caricano clip di massimo 15 secondi. Con questo semplice concept, il servizio ha messo la freccia nel 2019: nessun’altra app social ha superato il miliardo di utenti così rapidamente. L’industria pubblicitaria, le celebrità e gli influencer si stanno spostando in massa su questo social, percepiscono odore di lauti guadagni. Ti spieghiamo cos’è successo a TikTok dal lancio e perché Facebook è ancora un passo avanti.

Con “Reels” è ora possibile creare brevi video anche su Instagram. Questo social fotografico riuscirà a tenere a bada la concorrenza copiando?

TikTok più veloce di Instagram

Impressionante: nel 2019 l’app TikTok è stata scaricata più di quelle di Facebook, Instagram e WhatsApp assieme, cosa che ha consentito a questo social media di superare il miliardo di utenti in due soli anni. Facebook ne ha invece impiegati otto e Instagram più di sette. La maggior parte degli utenti proviene dalla Cina, come lo stesso TikTok: l’azienda non fornisce cifre ufficiali, ma pare che oltre alla Cina, siano presenti oltre 100 milioni di utenti negli Usa e oltre 250 in India.

Stessa tattica contro TikTok

Facebook, d’altra parte, utilizza una tattica collaudata per contrastare TikTok: copiarne le funzioni più popolari. Con lo stesso principio, Facebook ha tarpato le ali di Snapchat alcuni anni fa: è bastato dare la possibilità agli utenti di Instagram di caricare anche immagini in movimento oltre alle sole foto, per rallentare la crescita di Snapchat. Già nel 2018 Facebook aveva cercato di attirare gli utenti TikTok con un clone dell’app: video di 15 secondi potevano infatti essere creati in un’applicazione chiamata Lasso, che però non ha avuto grande successo. Per questo Facebook ora ci ritenta.

Prima Lasso, poi Reels

Il gruppo sta attualmente testando la funzione “Reels” (bobine) su Instagram. Si tratta di clip video di 15 secondi contenenti anche la traccia audio, per le quali è possibile regolare la velocità di riproduzione. L’utente può anche aggiungere tracce audio da altre clip, una feature che su TikTok si chiama “Duet”. Gli Instagrammer possono condividere i loro video utilizzando la funzione “Storie” (vedi foto all’estrema sinistra). I video compaiono anche nell’area “Scopri”, nascosta dietro il simbolo della lente d’ingrandimento. Al momento questa funzione viene testata in Brasile e non abbiamo date sul suo arrivo in altri paesi.

Acquistare con un hashtag

Nel frattempo, TikTok vuole monetizzare la sua offerta: il servizio sta attualmente testando i link di vendita nei profili. Negozi online come Zalando stanno già organizzando campagne su TikTok: Zalando, ad esempio, ha richiesto “TikToks” con hashtag “Free to Be” ed alla campagna hanno partecipato in centinaia (vedi screenshot sopra). Una settimana di questa campagna dovrebbe costare circa 135.000 euro.

TikTok consente le discriminazioni

Non tutto, però, fila liscio: di recente TikTok è stato oggetto di crescenti critiche e ha dovuto ammettere di aver discriminato alcuni utenti. Ai moderatori, ad esempio, era stato chiesto di limitare la copertura di determinati post e ciò ha incluso l’eliminazione di elementi postati da omosessuali e persone con disabilità, come ha scoperto il blog tedesco Netzpolitik.org.
Secondo TikTok, questa misura è stata adottata per proteggere gli utenti dal bullismo. Un portavoce dell’azienda ha ammesso alla rivista TechCrunch che la moderazione di quei post era “imbarazzante”. Resta controverso se le proteste di Hong Kong e le dichiarazioni politiche siano state vittime della stessa moderazione. Facebook può solo sperare che TikTok faccia altri errori del genere e che per questo gli utenti se ne stiano alla larga.

TikTok: dalla nascita ad oggi

Non molti sanno che il rivale più pericoloso di Facebook, ovvero quel TikTok del quale abbiamo parlato in queste pagine, nasce nel paese del Sol Levante, dov’è attualmente noto con il nome di Douyin, che letteralmente significa “suono tremante”. Come spesso accade, il successo di TikTok è arrivato nonostante il tutto sia nato da un’idea concettualmente vincente, ma praticamente inutile. I “padri fondatori” di questo social sono due startupper di Shangai, tali Alex Zhu e Luyu Yang, i quali ebbero un’idea che all’epoca giudicarono geniale: realizzare un’applicazione che potesse permettere di pubblicare brevi video formativi della durata di 3 o 5 minuti. Avuta l’idea, il passo successivo è stato quello di raccogliere dei fondi per finanziare la neonata azienda; cosa puntualmente avvenuta grazie ad un finanziamento di 250.000 dollari raggranellato con fondi di Venture Capital. Nei sei mesi successivi i due svilupparono Cicada, salvo accorgersi subito dopo il lancio che l’app era destinata al fallimento: troppo pochi 3 minuti per permettere a chiunque di spiegare compiutamente qualche concetto che fosse anche solo mediamente complesso e d’altra parte troppo lunghi da seguire per la maggior parte degli studenti.
Cosa fare dunque? Occorreva una nuova idea prima che i soldi del finanziamento finissero del tutto. Zhu trovò la soluzione osservando un gruppo di adolescenti dotati di smartphone durante un viaggio in treno tra San Francisco e Mountain View: tutti impiegavano la maggior parte del tempo scattando selfie o girando video. Un mese dopo (siamo nel 2014) viene lanciata Musical.ly, che ottiene fin da subito un discreto successo: l’app viene infatti scaricata alla media di 500 download al giorno. Bene, ma non benissimo: l’azienda rischiava ancora il tracollo finanziario, ma la soluzione arrivò, come al solito, quasi per caso.
Bastò fare in modo che i video condivisi su altri social (Instagram e Twitter) mostrassero il logo dell’app per far scattare la curiosità negli utenti che visualizzavano i video condivisi. L’app di Musical.ly ha successo e l’azienda lancia, il 24 Luglio 2016, Live.Ly, una piattaforma per lo streaming di video in diretta. Da qui in poi è tutta discesa: nel novembre 2017 musical.ly viene acquisita dall’azienda cinese ByteDance, sviluppatrice di un aggregatore di notizie chiamato Toutiao, per circa 750 milioni di euro e il 2 agosto 2018 musical.ly e TikTok si fondono in una sola piattaforma. Sparisce il nome Musical.ly, ma non sparisce di certo il successo dell’app che, anzi, aumenta fino ad insidiare i big del settore.

Musical.ly è stato il precursore di TikTok